Contestazioni insegnanti e diffamazione

Cose da… TRIBUNALI!

Potrebbe capitare anche a noi…

di essere denunciati per diffamazione perché contestiamo il comportamento dell’insegnante di nostro figlio.

 

Alcuni genitori inoltravano esposto al Provveditore agli Studi di Sassari censurando  il comportamento di un’insegnante che “nel corso dell’anno scolastico non aveva fornito agli studenti il necessario supporto didattico; che aveva contribuito a creare negli studenti problemi di natura psicologica a causa degli atteggiamenti arroganti tenuti, corredati talvolta da espressioni non proprio civili e alle disparità di trattamento riservate agli alunni, specie di sesso maschile; che nell’esercizio della sua attività aveva omesso le interrogazioni durante l’anno scolastico e le aveva talvolta sostituite con prove scritte, del cui esito gli alunni erano stati informati solo in occasionali colloqui”.

L’insegnante denunciava i genitori ritenendo che costoro l’avessero, con tale azione, diffamata, ma sia il giudice di primo grado che quello d’appello assolvevano i genitori “per aver agito nell’esercizio di un diritto”.

L’insegnante non si dava per vinta e ricorreva per cassazione della sentenza.

Cassazione (sez. penale, sez V, 01.03.06 n. 11154) nel rigettare il ricorso sottolineava che l’esposto non poteva assolutamente contenere carattere diffamatorio in quanto promosso all’interno dell’istituzione scolastica,  non reso pubblico indistintamente bensì diretto solo all’autorità gerarchicamente superiore. Come era infatti possibile dolersi dei comportamenti dell’insegnante senza criticarli presso il suo superiore?

Dopo aver fatto le dovute riflessioni (sullo scorso numero) sull’insegnante che maltrattava i bambini – e per ciò condannata – ora è la volta dell’insegnante che non accetta le critiche al suo operato e denuncia i genitori per diffamazione. Mi fermo e rifletto se possa sembrare un atteggiamento persecutorio nei confronti degli insegnanti, ma, come appare in coda ai titoli di chiusura di qualche film, in questo caso posso dire che le coincidenze sono assolutamente casuali e non fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Però di fatti accaduti di cui dolersi - anche nella nostra comunità - ce ne sono tanti e tanti. Proprio recentemente ho avuto modo di raccogliere le giuste lamentele di una madre che ha visto violare la privacy del proprio figlio, addirittura perché le insegnanti hanno divulgato quelli che per noi avvocati sono indicati come “dati sensibili” (religione, sesso, malattie e procedimenti penali pendenti) insomma quelle situazioni che rese note a terzi, possono far sì che una persona sia “guardata” e trattata in modo differente ricevendone grave pregiudizio. E che dire delle stesse insegnanti che addirittura hanno punito l’alunno non concedendogli di recarsi in bagno in un caso di estrema necessità al punto da far accadere l’irrimediabile innanzi a tutta la scolaresca??? E poi dobbiamo assistere a casi come quello trattato sopra, in cui alle critiche legittime, l’insegnante si duole al punto tale da denunciare i genitori! Il mondo della scuola è un universo delicato in cui si deve creare la giusta alleanza tra genitori ed educatori. I bambini sono privi di ipocrisia e proprio per ciò crudeli (sono cattivi senza intenzione) i ragazzi, invece, sono crudeli per il gusto della supremazia sul proprio compagno (quindi con coscienza e volontà, in altre parole con dolo). Davanti a queste potenzialità, agli educatori è rimandato il difficile compito di reprimere nel primo caso e denunciare nel secondo.

Ma quante volte, purtroppo,  si sceglie la strada più comoda: pensare ai fatti propri e far finta di non vedere e non sapere… e poi con chi ce la prendiamo se questi bambini o ragazzi tra dieci o  vent’anni avranno disturbi psicologici relazionali???   

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