Il bambino trasformato in valigia (Parte2)

bambino trasformato in valigia 2Da NERO SU BIANCO 16/2006

Cose da… TRIBUNALI!

Potrebbe capitare anche a noi…

 

… di veder trasformata la propria figlia in valigia (parte II)

Sullo scorso numero parlammo di una madre che aveva vista “trasformata in valigia” la propria figlia minore di cinque anni, concludiamo la storia, perché non tutto è irreparabile e la signora in questione dal 30 agosto ha riottenuto la figlioletta.

I provvedimenti in materia di affidamento sono di competenza esclusiva del Tribunale ordinario, ma nella situazione della signora R. non c’era ancora separazione tra i coniugi quando il marito ha fatto ricorso al tribunale per i minori sostenendo la “pericolosità” della moglie ed il suo comportamento pregiudizievole per la figlia minore. Il giudice del tribunale per i minori che ha competenza per appurare e verificare se i genitori hanno o meno comportamenti pregiudizievoli nei confronti dei figli minori (art. 330 e 333 c.c.) ha così disciplinato come “fatto accessorio” l’affidamento della minore non trovando di meglio che stabilire che la bimba stesse 15 gg con un genitore e 15 gg con l’altro.

Nel frattempo questa bimba – che riferiva “mamma, a volte devo guardarmi bene intorno per capire dove mi trovo” – era caricata del peso di ansia e responsabilità che le “spalle” di una bimba così piccola non possono, e non devono, sostenere e diceva alla madre: “mamma dici al giudice che io voglio dormire con te, anche se a papà voglio bene e lo voglio vedere”.

Ma quel giudice aveva messo in moto un meccanismo difficile da modificare e sarebbe passato ancora molto tempo prima che la bimba avesse potuto tornare alla normalità precedente. Intanto l’affidamento, nei fatti, era tra la madre e la nonna paterna, perché – riferiva la bimba – il padre la portava dalla nonna e raramente lo rivedeva, impegnato sempre per lavoro (nel frattempo però lo si vedeva in giro per il paese). Però il buon papà, quando portava la bimba dalla psicologa, la caricava di responsabilità dicendole di “parlare bene” altrimenti non avrebbe più visto il suo papà.

Eppure dalla storia di Salomone il giudice avrebbe potuto trarre insegnamento e dire: chi vuole la bimba a tutti i costi tanto da averne metà non vuole il suo bene. Meno male, la giustizia esiste, così la signora R. deposita il ricorso per separazione ed il giudice dell’udienza presidenziale del Tribunale ordinario di Salerno disciplina in modo “ordinario” l’affidamento, stabilendo che la bimba resti con la madre e che il padre possa tenerla con sé in alcuni pomeriggi della settimana, alcuni fine settimana e parte delle vacanze.

Certo il tribunale per i minori continuerà ad “indagare” se la madre abbia avuto atteggiamenti “pregiudizievoli” nei confronti della minore, per aver litigato con il padre e la di lui madre… ma la bimba non passerà da una casa all’altra allo scadere di 15 gg..

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