I miei Assi

Ci sono persone o circostanze che determinano il corso della nostra vita, tracciando delle vie anzichè altre. 

Come e perchè sono quello che sono e faccio quello che faccio per le coloro che si mettono nelle mie mani, è stato determinato dall'incontro con alcune persone.

Quando i genitori decidevano, amicizie e scuole, quando non erano psicologicamente "impediti" dalla permissività che deve concedere libero sfogo alla personalità dei figli (sotto il ricatto del  "se no, crescono male"), i miei hanno scelto per me al primo bivio. Io volevo, con tutta me stessa, seguire studi artistici, ma la "vicinanza territoriale della scuola": sotto casa, ha imposto il liceo scientifico (forse è stato il motivo per cui ho sempre detestato la matematica!).

Finito il liceo, ho avuto un po' più di margine di scelta... 

Così è entrato in gioco, il "mio primo asso", in ordine di tempo e di rilevanza, per tracciare la mia via: mio cugino, avvocato Alfonso Landi. Avevo termnato il liceo e valutavo a quale corso di laurea iscrivermi, avrei voluto fare l'arredatrice, ero affascina dalla psicologia, e mi piaceva moltissimo l'inglese (magari avrei potuto fare il lavoro più interessante e gratificante: giornalista di documentari, un lavoro in cui ti pagano per girare il mondo!)... Alla domanda di mio cugino, su cosa volessi fare, risposi: "lingue" e lui replico con fermezza: <<ma che lingue e lingue... tu hai "la lingua"... a Legge, ti devi iscrivere... devi fare l'avvocato!>>. 

Sulle prime pensai di non prenderlo neanche in considerazione, ma poi come al contatto col virus... in breve ti ritrovi malato e neanche sai come!

Dopo aver terminato la pratica - interessata a tutto il diritto, senza alcuna attenzione particolare - ebbi l'incarico molto delicato di occuparmi di una situazione che doveva svolgersi al tribunale per i minorenni. Scritta l'istanza, giunsi trafelata ed ansiosa al Tribunale, mi indicarono un giudice, che stava per allontanasi per un impegno, io gli chiesi la cortesia di fermarsi un attimo perchè avevo un problema urgente e non sapevo come risolverlo, lui mi ascoltò, capì e si fidò della mia versione, prendendo un provvedimento urgente  che salvò la situazione. Mi insegnò, che era tutta un'altra sfera di diritto, un diritto in cui non ci si trincera dietro le procedure pesanti, che avvizziscono i sentimenti, e non curano le anime, ma un diritto pulsante, che guarda negli occhi il dolore e tende la mano.

In quel momento sono diventata avvocato della famiglia e dei minori.

Il terzo uomo che ha segnato la mia professione, è stato Bruno De Filippis. L'incontro con lui, la stima e l'ammirazione per lui, mi ha aperto il mondo scientifico, scoprendo così il piacere di studiare, approfondire, comprendere e cercare di migliorare ciò che il legislatore non ha creato perfetto: la legge!

Poi è arrivato l'incontro col presidente dell'Ordine degli avvocati di Salerno: avvocato Americo Montera. Per quanto avessi saputo chi fosse, non avevo mai avuto modo di conoscerlo. Grazie ad un amico e collega, fui segnalata per occuparmi di organizzare la formazione per gli avvocati che era appena diventata obbligatoria. Così nel 2007 fui nominata coordinatrice del Piano dell'offerta Formativa, ed in particolare fui nominata Referente per la formazione del diritto di famiglia e minorile. La fiducia che aveva riposta in me non fu tradita, ed io coniugai l'amore per l'approfondimento delle questioni giuridiche col desiderio di condividerlo con i miei colleghi al fine di creare un gruppo di avvocati sensibili e preparati per affrontare con adeguata preparazione la disciplina del diritto di famiglia.

Quasi contemporanea, la conoscenza con l'avvocato Paola Lovati - attuale presidente dell'Unione Nazionale della Camere Minorili. Grazie a lei ho conosciuto quelle persone stupende che sono colleghi di tutt'Italia che affrontano con la mia passione il dirtto di famiglia riuniti in Camere minorili. Ho fondato, così, insieme ad un gruppo storico di colleghi ed amici, la Camera per i Minori di Salerno.

Da ultimo, ma non per ultimo... Monsignor Marcello De Maio, responsabile della pastorale familiare diocesana. Insieme a lui ed altre persone straoridnarie, abbiamo deciso di creare un Gruppo che avesse la caratteristica principale dell'accoglienza, per chi vive la difficile esperienza della separazione. 

Infine... colui che c'era prima di tutti, durante e dopo e grazie al quale riesco a fare ciò che faccio, per, e con, il suo sotegno è mio marito.

A tutti - come a molte altre persone ancora, per altri versi - devo ciò che sono.

La gratitudine va anche, e soprattutto, a tutte le persone che si rivolgono a me, che si fidano e si affidano, facendomi crescere ogni giorno insieme a loro!

 

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