Distacchi insopportabili
Da NERO SU BIANCO n. 17/2008
Cose da… TRIBUNALI!
Potrebbe capitare anche a noi…
...di assistere a distacchi insopportabili.
Nelle storie di separazione incontriamo bambini utilizzati, usati, ma anche bambini che usano e tiranneggiano a loro volta.
Al Tribunale per i minori invece ci sono storie di bambini che spesso passano da un consulente tecnico ad un assistente sociale, dal giudice allo psicologo, poi "ascoltati", " tradotti", "interpretati" e "sezionati", insomma bambini trattati come pazienti in ospedale: da curare.
Eppure in entrambi i casi non si trovano in queste condizioni “per un loro malessere” ma a causa del malessere di coloro “che gli vogliono bene”.
Al Tribunale ordinario (T.O.) i protagonisti sono tre, al Tribunale per i minori (TM) anche "trentatrè"!
Al TO ci sono vicende di padri tiranneggiati ed umiliati da bambini "ricattati" dall'affetto morboso delle mamme e padri che dopo la separazione cominciano a "giocare al papà" a tutti costi ed “ai costi di tutti”. Ci sono però anche tante donne che vorrebbero cancellare con una spugna i padri dei loro figli e fingono di non capire di costringere i figli a fare delle scelte, o a recitare copioni, cercando di compiacerle.
Ho conosciuto un padre che percorre 120 km due volte a settimana per vedere il figlio. In tasca ha un "bel provvedimento" che gli consente di ricorrere anche alla forza pubblica. Talvolta riesce con granfatica a portarsi il bambino con regali, promesse e permessi, trascorre momenti intensi e struggenti lo riporta alla madre tra i pianti per i distacco e poi la volta successiva ritrova un piccolo mostro che si rifiuta di andare con lui e lo insulta. Il padre non se la sente di portarselo con la forza e se ne va. Ogni volta non sa mai se i 120 km "saranno coronati".
Ho conosciuto un padre che non ha mai preteso di portarsi le bambine per il fine settimana nonostante il provvedimento glielo consentisse, per non distaccarle dalla madre e quando le ha tenute per due giorni a capodanno, la madre lo ha denunciato dicendo che le figlie erano state psicologicamente turbate dal distacco materno.
Ho anche conosciuto un padre che prima di separarsi faceva il figlio ed al figlio non era interessato. Dopo la separazione, senza sentir ragioni, ha preteso, con tanto di provvedimento, di portarsi un bimbo di quattro anni in vacanza lontano dalla madre per 20 gg. E per ovviare al pianto del bambino, non gli ha fatto sentire la madre neanche a telefono. Tornato a casa il bimbo ha ricominciato a fare pipì a letto, ha preso a piangere durante il sonno e il padre ai pianti del bimbo, quando lo “andava a ritirare” diceva alla madre: "gli passa, non ti preoccupare".
Poi ho conosciuto una madre che un giorno ha accompagnato la figlia di cinque anni all'appuntamento col padre ed in serata era dai carabinieri areclamare aiuto affinché il padre riconducesse la piccola da lei… Prima che potesse riabbracciare la figlia sono trascorsi sei mesi di peripezie giudiziarie, e nel frattempo la piccola, su richiesta del padre, a telefono chiamava la madre “puttana”!
Ho visto la rassegnazione di un'altra madre che doveva lasciare la bimba di appena due anni, per i fine settimana, a colui che per la piccola era solo uno sconosciuto (essendosi lasciati i genitori quando lei ancora non era nata) e lui gliela strappava di dosso mentre la piccola piangeva...
Al tribunale per i minori è un altro paradosso...
Madri che accompagnano i figli a scuola e non li ritrovano all'uscita perché nel frattempo sono stati prelevati per ordine del giudice. Bambini "rapiti" dal vigile urbano di turno: presi di peso con un braccio in vita ed una mano sulla bocca per non farli gridare. Genitori affidatari che nella speranza di adottarli gli farebbero volentieri una lobotomia per fargli dimenticare i parenti e nel frattempo gli impediscono ogni contatto col passato.
Nell'interesse del minore si verificano cose difficili da comprendere tanto quanto non si comprende perché non si usa la stessa coercizione per attuare “l'interesse del minore” innanzi al "giudice della separazione"!