La certezza del diritto ha come riferimento le leggi e le norme che regolano le situazioni concrete. Il compito arduo spetta ai giudici, i quali fanno del loro meglio per riuscire a filtrare attraverso la sola lettura dei documenti o l'ascolto dei testimoni quella che è la situazione reale. Sanno che ciò che appare può non essere la realtà a differenza dell'avvocato che sa che ciò che è vero non sempre appare tale, o ancor peggio non è dimostrabile! Pertanto il provvedimento stabilito per uno non è detto che possa essere l'identico risultato per un altro. Esistono, però, gli orientamenti, non vincolanti, di giurisprudenza costituiti da precedenti della Corte Suprema di legittimità. Utili sono anche i riferimenti della giurisprudenza di Merito (Tribunali e Corti d'Appello). |
Cass civ, sez I, 29.9.2011 n. 35513/11
Condannata la madre che ha indotto la figlia a chiudere i rapporti con il padre.
Cass civ, sez I, 26.9.2011 n. 19594/11
Nell'interesse del minore sono giustificate le limitazioni della frequentazione paterna (es: esclusione del pernottamento)
Cass civ, sez I, 16.9.2011 n. 18992/11
L'assegnazione della casa coniugale è strettamente legata all'interesse dei figli. [Nel caso de quo, morto il figlio, dopo il divorzio, l'assegnataria dell'abitazione coniugale ha perso il diritto]
Cass pen, sez VI, 15.9.2011 n 34111/11
Non si deve provare lo stato di necessità dei figli affinchè il padre sia condannato per omessa assistenza. Ciò a prescindere dall'aiuto di terzi.
Cass civ, sez I, 12.9.2011, n 18618/11
Ai fini dell'addebito non rileva la relazione extra coniugale precedente alla riconciliazione